martedì 9 settembre 2008

...grazie Sasà... : )

...Sete di te m'incalza (Pablo Neruda)

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.


Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.


Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.


...Su BADOO finalmente un gentiluomo che invece di scrivermi le solite volgarità, mi ha dedicato questa meravigliosa poesia...
...Grazie ancora Sasà...



tvb.gif




mercoledì 3 settembre 2008

domenica 18 maggio 2008

Sei di palermo se....

Sei di Palermo
se
dici

che quelli
di Agrigento
sono PAESANI!!

Sei di Palermo
se
entrando
in una qualsiasi
gelateria
fuori
dalla Sicilia
chiedi
la 'brioscia'
col gelato...
e
ci resti
di merda

pensando:
' ma picchì
a brioscia
solo in
Paliermu
a fannu???...

sei di Palermo
se
hai esclamato
almeno
una volta
nella vita :
' ma perchè
aprirsi
una panelleria
o un ganci
a Milano?
quanti piccioli ti fai?'


sei di Palermo
se
la pressa
per te
non è
semplicemente
un compattatore,
ma il metaforico
discrimine
tra
l'utile
e
l'inutile

sei di Palermo
se
non sai
come si dica
calia
e
semenza
in italiano


sei di Palermo
se,
indicando
un supplì
in un bar
di Milano,
chiedi un'arancina

sei di Palermo
se
'scendi'
a Mondello
e 'sali'
a Palermo


sei di Palermo
se
il motore
non è
un pezzo
della macchina,
ma
un mezzo
di locomozione

sei di Palermo
se
'scendimi le chiavi!'


sei di Palermo
se
'minchia favoloso'

Sei di Palermo
se
'alla festa c'era mezza Palermo'


sei di Palermo
se
'che duciiii!!!'


sei di Palermo
se
'ti sei ammuccato con...'


sei di Palermo
se
un tempietto
non ha
una funzione sacra...

sei di Palermo
se
'compà, tuttapposto?'


sei di Palermo
se
appena lavi
la macchina
comincia a piovere
... sabbia!

sei di Palermo
se
all'estero
tieni a esagerare
la mitezza climatica
della tua città

sei di Palermo
se
sai che
l'unita' di misura
della sasizza
è il callozzo


sei di Palermo
se
continui a stupirti
della tecnica
di lancio
dei 'ghiacciolari'
dello stadio
e continui
a chiederti
dove fanno
gli allenamenti
settimanali



sei di Palermo
se,
quando
il Palermo
pareggia
'finì a pasta chi saidde!'

se di Palermo
se
... hai fatto
almeno un goal
di puntazza
arraggiata
sei di Palermo
se
in autobus
sali dall'uscita
prima che la gente esca
e
te ne rendi conto
alla quindicesima
cazziata
presa all'estero

sei di Palermo
se
la pasta col forno
è troppo bella


sei di Palermo
se
ogni volta
che c'è un incidente
ti fermi
bloccando il traffico
per analizzare
la situazione
e poter dire la tua

non sei a Palermo
se
due persone
si insultano
e si minacciano
per un quarto d'ora
senza
che succeda
ASSOLUTAMENTE NULLA.
...e quasi quasi
ti viene voglia
di infilarti
e dare una boffa
a muzzo,
purché quaglino!

sei di Palermo
se
il pulsante
non lo premi,
ma
lo ammacchi





sei di Palermo
se
non sai dire
in italiano
la seguente frase :
'voi due

quanto vi levate?'

sei di Palermo
se
ti chiama a casa
il portiere
del palazzo
di tuo nonno,
per dirti
che la signora d'Alia
gli ha detto
di dirti
che c'è la finestra
della veranda aperta
e che
quindi
magari
entra acqua
e forse
sarebbe
il caso
di chiuderla...

sei di Palermo
se
quando sei con francesi
o
con spagnoli
ti giochi
sempre
il fatto
che
TRAVAGGHIARE
è uguale
a
'travailler'
e
'trabajar'


sei di Palermo
se
nella tua strada
ci sono
sempre
2 vigili
e
2 posteggiatori abusivi
di motorini che,
come le rette parallele
scorrono vicini
ma
non si incontrano mai..


sei Palermo
se
dici
' a cassata troppo bella è ! '


sei di Palermo
se
quando ti trovi
fuori
dalla Sicilia
e qualcuno
ti da del mafioso
tu prima ti offendi,
ma
dopo due secondi
rispondi
'si picchi
cucì
ci su problemi?'



sei di palermo
se
non mangi
l'ultimo cannolo
rimasto
nel vassoio...


sei di palermo
se
almeno una volta
nella tua vita
hai gridato
ed esultato
''ale',ale',ale' palermo ale'....''
allo stadio
'Renzo Barbera'


Sei di Palermo
se
non sai
la differenza
tra
Via Ernesto Basile
e Viale delle Scienze





Sei di Palermo
se
vai in Piazza Castelnuovo
e la kiami
Piazza Politeama



sei di Palermo
se
quando
ti fai
uno
spinello
cerchi
i Giummi


sei di Palermo
se
non fai niente
per cambiare
la realta'
che ti circonda
solo perche'
sai che
"tanto u sapiemu
e' accussi
chi ci putiemu fari?"


sei di palermo
se
non ti piace
la polenta
perche'
e' troppo inchiummusa
e poi
alle 8
di mattina
sei
al Bar Touring
con
la tua
bella
arancinazza
bomba!!!!!


sei di Palermo
se
dopo
aver letto
questo post
dici :
minchia a verità è !!!

martedì 13 maggio 2008



Biografia di Peppino Impastato

Nasce a Cinisi

il 5 gennaio 1948

da Felicia Bartolotta

e Luigi Impastato.

La famiglia Impastato

è bene inserita

negli ambienti

mafiosi locali:

si noti

che

una sorella di Luigi

ha sposato

il capomafia

Cesare Manzella,

considerato

uno dei boss

che individuarono

nei traffici di droga

il nuovo terreno

di accumulazione

di denaro.

Frequenta

il Liceo Classico di Partinico

ed appartiene

a quegli anni

il suo avvicinamento

alla politica,

particolarmente

al PSIUP,

formazione politica

nata

dopo l'ingresso del PSI

nei governi

di centro-sinistra.

Assieme ad altri giovani

fonda un giornale,

"L'Idea socialista"

che,

dopo alcuni numeri,

sarà sequestrato:

di particolare interesse

un servizio di Peppino

sulla

"Marcia della protesta e della pace"

organizzata

da Danilo Dolci

nel

marzo del 1967:

il rapporto con Danilo,

sia pure episodico,

lascia

un notevole segno

nella formazione

politica di Peppino.

In una breve

nota biografica

Peppino scrive:

"Arrivai alla politica

nel lontano

novembre del '65

su basi

puramente emozionali:

a partire cioè

da una mia esigenza

di reagire

ad una

condizione familiare

ormai

divenuta insostenibile.

Mio padre,

capo del piccolo clan

e membro

di un clan più vasto,

con connotati ideologici

tipici di una civiltà tardo-contadina

e preindustriale,

aveva concentrato

tutti i suoi sforzi,

sin dalla mia nascita,

nel tentativo

di impormi le sue scelte

e il suo

codice comportamentale.

E' riuscito soltanto

a tagliarmi

ogni canale

di comunicazione affettiva

e compromettere

definitivamente

ogni possibilità

di espansione lineare

della mia soggettività.

Approdai al PSIUP

con la rabbia

e la disperazione di chi,

al tempo stesso,

vuole rompere tutto

e cerca protezione.

Creammo un forte

nucleo giovanile,

fondammo un giornale

e un movimento d'opinione,

finimmo in tribunale

e su tutti i giornali.

Lasciai il PSIUP

due anni dopo,

quando d'autorità

fu sciolta

la Federazione Giovanile.

Erano i tempi

della rivoluzione culturale

e del "Che".

Il '68

mi prese

quasi alla sprovvista.

Partecipai

disordinatamente

alle lotte studentesche

e alle prime occupazioni.

Poi l'adesione,

ancora una volta

su un piano

più emozionale

che politico,

alle tesi

di uno dei tanti gruppi

marxisti-leninisti,

la Lega.

Le lotte di Punta Raisi

e lo straordinario

movimento di massa

che si è riusciti a costruirvi attorno.

E' stato anche un periodo,

delle dispute sul partito

e sulla concezione

e costruzione del partito:

un momento

di straordinario

e affascinante processo

di approfondimento teorico.

Alla fine di quell'anno

l'adesione

ad uno dei due tronconi,

quello maggioritario,

del PCD'I ml.

- il bisogno di un minimo

di struttura organizzativa

alle spalle

(bisogno di protezione ),

è stato molto forte.

Passavo

con continuità ininterrotta

da fasi

di cupa disperazione

a momenti

di autentica esaltazione

e capacità creativa:

la costruzione

di un vastissimo

movimento d'opinione

a livello giovanile

il proliferare

delle sedi di partito nella zona,

le prime esperienze

di lotta di quartiere,

stavano lì a dimostrarlo.

Ma io mi allontanavo

sempre più dalla realtà,

diventava sempre più difficile

stabilire un rapporto lineare

col mondo esterno,

mi racchiudevo sempre più

in me stesso.

Mi caratterizzava sempre più

una grande paura di tutto

e di tutti

e al tempo stesso

una voglia

quasi incontrollabile

di aprirmi e costruire.

Da un mese all'altro,

da una settimana all'altra,

diventava sempre più difficile

riconoscermi.

Per giorni e giorni

non parlavo con nessuno,

poi ritornavo a gioire,

a riproporre:

vivevo in uno stato

di incontrollabile

schizofrenia.

E mi beccai

i primi ammonimenti

e la prima sospensione

dal partito.

Fui anche trasferito

in un altro posto

a svolgere attività,

ma non riuscii a resistere

per più di una settimana:

mi fu anche proposto

di trasferirmi a Palermo,

al Cantiere Navale:

un pò di vicinanza con la Classe

mi avrebbe giovato.

Avevano ragione,

ma rifiutai.

Mi trascinai in seguito,

per qualche mese,

in preda all'alcool,

sino alla primavera del '72

( assassinio di Feltrinelli

e campagna

per le

elezioni politiche anticipate ).

Aderii,

con l'entusiasmo

che mi ha sempre caratterizzato,

alla proposta

del gruppo del "Manifesto":

sentivo il bisogno

di garanzie istituzionali:

mi beccai

soltanto la cocente delusione

della sconfitta elettorale.

Furono mesi di delusione

e disimpegno:

mi trovavo,

di fatto,

fuori dalla politica.

Autunno '72.

Inizia la sua attività

il Circolo Ottobre a Palermo,

vi aderisco

e do il mio contributo.

Mi avvicino a

"Lotta Continua"

e al suo processo di revisione critica

delle precedenti

posizioni spontaneistiche,

particolarmente in rapporto

ai consigli:

una problematica

che mi aveva

particolarmente affascinato

nelle tesi del "Manifesto"

Conosco Mauro Rostagno :

è un episodio centrale

nella mia vita

degli ultimi anni.

Aderisco a "Lotta Continua"

nell'estate del '73,

partecipo a quasi tutte le riunioni

di scuola-quadri dell'organizzazione,

stringo sempre più rapporti

con Rostagno:

rappresenta per me un compagno

che mi dà garanzie e sicurezza:

comincio ad aprirmi

alle sue posizioni libertarie,

mi avvicino

alla problematica renudista.

Si riparte

con l'iniziativa politica

a Cinisi,

si apre una sede

e si dà luogo

a quella meravigliosa,

anche se

molto parziale,

esperienza

di organizzazione

degli edili.

L'inverno è freddo,

la mia disperazione

è tiepida.

Parto militare:

è quel periodo,

peraltro molto breve,

il termometro

del mio stato emozionale:

vivo 110 giorni

di continuo stato di angoscia

e in preda

alla più incredibile

mania di persecuzione "






Nel 1975
organizza
il Circolo "Musica e Cultura",

un'associazione

che promuove

attività culturali e musicali

e che diventa

il principale punto di riferimento

per i giovani di Cinisi.


All'interno del Circolo

trovano particolare spazio

ìl "Collettivo Femminista"

e il

"Collettivo Antinucleare"


Il tentativo di superare la crisi
complessiva dei gruppi
che si ispiravano
alle idee della sinistra "rivoluzionaria" ,
verificatasi intorno al 1977
porta Giuseppe Impastato
e il suo gruppo
alla realizzazione di Radio out,
un'emittente autofinanziata
che indirizza i suoi sforzi
e la sua scelta
nel campo della controinformazione
e soprattutto
in quello della satira
nei confronti della mafia
e degli esponenti
della politica locale.
Nel 1978
partecipa con una lista
che ha il simbolo
di Democrazia Proletaria,
alle elezioni comunali
a Cinisi.
Viene assassinato
il 9 maggio 1978,
qualche giorno
prima delle elezioni
e qualche
giorno dopo
l'esposizione
di una documentata mostra fotografica
sulla devastazione del territorio
operata da speculatori
e gruppi mafiosi:
il suo corpo
è dilaniato da una carica di tritolo
posta sui binari
della linea ferrata Palermo-Trapani.
Le indagini sono,
in un primo tempo
orientate
sull'ipotesi di un attentato terroristico
consumato dallo stesso Impastato,
o,
in subordine,
di un suicidio "eclatante".

Nel gennaio 1988

il Tribunale di Palermo

invia una comunicazione giudiziaria

a Badalamenti.

Nel maggio del 1992

il Tribunale di Palermo

decide l’archiviazione

del “caso Impastato”,

ribadendo

la matrice mafiosa del delitto

ma escludendo

la possibilità

di individuare i colpevoli

e ipotizzando

la possibile responsabilità

dei mafiosi di Cinisi

alleati dei “corleonesi”.

Nel maggio del 1994
il Centro Impastato
presenta un’istanza
per la riapertura dell’inchiesta,
accompagnata
da una petizione popolare,
chiedendo
che venga interrogato
sul delitto Impastato
il nuovo collaboratore
della giustizia
Salvatore Palazzolo,
affiliato
alla mafia di Cinisi.
Nel marzo del 1996
la madre,
il fratello
e il Centro Impastato
presentano un esposto
in cui chiedono
di indagare
su episodi non chiariti,
riguardanti in particolare
il comportamento dei carabinieri
subito dopo il delitto.
Nel giugno del 1996,
in seguito alle dichiarazioni
di Salvatore Palazzolo,
che indica in Badalamenti
il mandante dell’omicidio
assieme al suo vice
Vito Palazzolo,
l’inchiesta
viene formalmente riaperta.
Nel novembre del 1997
viene emesso un ordine di cattura
per Badalamenti,
incriminato
come mandante del delitto.
Il 10 marzo 1999
si svolge
l’udienza preliminare
del processo
contro Vito Palazzolo,
mentre la posizione
di Badalamenti viene stralciata.
I familiari,
il Centro Impastato,
Rifondazione comunista,
il Comune di Cinisi
e l’Ordine dei giornalisti
chiedono di costituirsi parte civile
e la loro richiesta viene accolta.
Il 23 novembre 1999
Gaetano Badalamenti
rinuncia alla udienza preliminare
e chiede il giudizio immediato.
Nell’udienza
del 26 gennaio 2000
la difesa di Vito Palazzolo
chiede
che si proceda
con il rito abbreviato,
mentre
il processo
contro Gaetano Badalamenti
si svolgerà
con il rito normale
e in video-conferenza.
Il 4 maggio,
nel procedimento
contro Palazzolo,
e il 21 settembre,
nel processo
contro Badalamenti,
vengono respinte
le richieste
di costituzione di parte civile
del Centro Impastato,
di Rifondazione comunista
e dell’Ordine dei giornalisti.

Nel 1998

presso

la Commissione parlamentare antimafia

si è costituito

un Comitato sul caso Impastato

e il 6 Dicembre 2000

è stata
approvata una relazione
sulle responsabilità di rappresentanti
delle istituzioni
nel depistaggio delle indagini.

Il 5 marzo 2001

la Corte d'assise

ha riconosciuto

Vito Palazzolo colpevole

e lo ha condannato

a 30 anni di reclusione.

L'11 aprile 2002

Gaetano Badalamenti

è stato

condannato all'ergastolo.

Badalamenti e Palazzolo

sono successivamente deceduti.

Il 7 dicembre 2004

è morta Felicia Bartolotta, madre di Peppino.

domenica 10 febbraio 2008

...Per gli amanti del caffè...

...Girovagando per i blog ho trovato delle ricettine davvero niente male...

...Avendo una passione nuova nuova di zecca quella della cucina,
vado
vagobondando nei blog che trattano questo argomento...
...Ho così pensato di
metterne qualcuna anche io sul mio blog,
"rubando" le ricette e dove è possibile

anche le foto delle ricette...
...Se ciò dovesse dare fastidio ai propretari di ricette e

foto,
basta lasciarmi un commento e rimuoverò il tutto...

...Intanto inizio questo nuova avventura...

...Caffè freddo odoroso...

Ingredienti:
  • una caffettiera di caffè x 12 persone circa
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 1/2 bicchierino di mistrà o sambuca
  • 2 cucchiai di cacao amaro
Preparazione:

Mentre aspettate che il caffè sia pronto,

mescolate in una caraffa (di vetro con chiusura ermetica, così nn si disperderà l'aroma del caffè)

lo zuccherocon il cacao amaro e il mistrà o la sambuca

mescolare bene in modo da non lasciare grumi.

Aggiungere poi il caffè

mescolare bene

aspettare che si raffreddi e mettere il tutto nel frigo.

Servire freddo

e mescolare ogni volta perchè il cacao tende a rimanere un pò nel fondo.

Le dosi di zucchero, di mistrà o sambuca e di cacao possono variare dal gusto personale.